Archivio Vittorio Mascherini

una vita attraverso due guerre mondiali e la resistenza

L’8 SETTEMBRE 1943 IL POPOLO INSORSE.

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    Richiamato nel 1941 a prestare servizio presso l’Ufficio Censura Posta Estera Bologna II , (S.I.M.), il 9 Settembre, alle 10 circa, trovandomi in licenza di convalescenza, per aggravamento delle ferite riportate nella guerra del 15-18, recandomi in Piazza S.Gervasio ( in abito borghese ), per prendere il tram 17, mi venne vicino un Sergente ,comandante una guardia di dieci uomini nascosti presso il Pastificio Enos Innocenti. Anch’egli era un’antifascista e mi disse :

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    “Colonnello ! Io ed i miei soldati cosa dobbiamo fare ? Se attendiamo ancora     verremo rastrellati.”

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Non pensando due volte a quello che potevo andare incontro, gli ordinai di recare tutte le armi e munizioni al mio domicilio ,Viale Calatafimi 60, ingiungendogli di dire a mia moglie di nascondere tutto in una cameretta appartata, in modo che i piccoli figli non  si recassero vicini a tali ordigni.

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Gli dissi di attendermi nei campi adiacenti alla mia abitazione.

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Giunto in città, mi recai a parlare di quanto avevo compiuto al Comandante di tale guardia, Capitano Siro Mennini , del Genio. Egli mi consigliò di far sparire tutto immediatamente, poiché, essendo egli redattore di un quotidiano fiorentino, era al corrente che nelle rotative veniva stampato un bando che imponeva la consegna di tutte le armi, pena la fucilazione di coloro che ne fossero stati trovati in possesso.

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    Non mi fu difficile ritrovare i cari soldati. Immediatamente partì una staffetta, recante un mio scritto, per il Comandante di una squadra Partigiana in via di formazione. Poco dopo tutto era sparito e tornata la tranquillità negli inquilini dello stabile dove abitavo; ma fu la prima, della serie di emozioni trepidanti e paurose che avrebbero dovuto subire.

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    Molti abitanti del Rione di S.Gervasio, venuti a conoscenza del fatto e dietro mio interessamento, raccolsero scarpe, indumenti borghesi e denaro. In poco tempo quel piccolo manipolo di soldati, che entusiasticamente avrebbe affrontato il nemico corpo a corpo, si eclissarono per la campagna e sui treni. La maggior parte prese la via delle montagne ove già si stavano inquadrando, nei reparti partigiani, i soldati fuggiaschi e sbandati.

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    Questo fu il primo atto, nel Rione di S.Gervasio, del sollevamento popolare conto le due tirannie.  Il Popolo cominciava a comprendere e a muoversi.

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(Vittomas)

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