Archivio Vittorio Mascherini
una vita attraverso due guerre mondiali e la resistenza
Cetica
di Vittorio Mascherini
Trovate da morte abbacciate,
a’ novelli Cairoli onore e pace !
Falce inesorabil di morte
gramigna e gigli tolse,
l’un su rogo crepitanti poste
l’altri belli in ciel accolte.
L’eroiche membra giovanili
in pasto a corvi furon lasciate,
da’ Villici buon di Castagno,
con dovuto amor sotterrate.
Del pietoso uman atto
lo sconfitto nemico prese atto.
Quando a gola acqua ebbe
scagliarsi come peste
su innocuo casolar Villaggio
e distrusser tutto quanto,
con Chiese e Camposanto.
Giorno sacro a Pietro e Paolo
primi Apostoli di Cristo
sterminio più crudel fu visto.
Alla brezza mattutina,
in attesa di festa vicina,
a mieter il biondo grano,
giulivi, ne’ campi si portarono.
Sul coston di Pratomagno,
Cetica simil a Castel assediato
presto vide, nemico odiato.
Soprafatte le poche sentinelle
nella fertile campagna
non sonia festa di campana,
ma di mitra raffiche furiose
e scoppi di granate fragorose.
Ovunque divampar incendi !
Rinforzi di Mara e Romeo
correndo giungen lesti.
Dal nemico schierato
il Comando ha intuito
l’arduo compito ingrato
dal destin loro assegnato.
Gli scudi di’ que’ codardi
era uomini, donne e piccoli,
avanti come pecor’ mandate
coprendosi de’ Partigiani i dardi.
In Cetica i fascisti padroneggiano,
pe’ Partigiani battaglia danno
il nobil popolo era massacrato.
Il cuore de’ Patrioti fu vano.
Quando il nemico d’ogni lato,
vinta de’ Partigiani la molestia
repentin quel infuriata bestia
il bel Villaggio incendia.
Uccide donne, vecchi e bambini
ogni dove pazzi corron que’ Tapini
e ne’ fossi e borri cadon per inedia.
Nuovo,fresco reparto vien avanti,
a’ gloriosi “ Fratelli Papini “, s’appella
de’ primi rinvogorì la lena,
chiuse alle belve i varchi,
cominciò la caccia a’ falchi.
Il nemico brancolando come iene,
fra puro sangue, martorizzata carne
in rustica capanna si tiene,
di diavolo, il mitra è preso di mira.
Fuoco repente e accellerato
vomita su reparto malfamato.
I vil accecati di sangue e d’ira
sgominati prendon ogni via.
I lor feriti carican sulle spalle
ma lesti lascian per evitare le palle.
Lotta cruenta, impari è finita,
ma il fertil suolo sangue ha bevuto
i Partigiani al Popol danno aiuto.
Raccolgan le vittime della Tragedia
invocan l’Alto che lor pace dia.
De’ monti, de’ colli, rosseggian le cime
de’ roghi de’ casolar in fiamme,
e campan abbattuta non può squillare
e l’ultima sacra voce, portar alle bare.
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