Archivio Vittorio Mascherini

una vita attraverso due guerre mondiali e la resistenza

Il Traditore

di Vittorio Mascherini

 

   

Fatto volgar inaudito

scosse Firenze nell’udirlo !

Il Combattente Mèschiari

del 15- 18 eroe valoroso

antifascista de’ più amari

di Mazzini seguace operoso

dall’assurda Repubblica

per vera affascinato

tradì i su’ compagni

da anni, e anni, amato.

Nel fango fu trascinato,

l’azzur fu’ petto infangato.

Con Manganiello e Carità

ricoprendosi d’ogni viltà

fece vil triunvirato.

De Tribunal speciali esponente

vil mercato fi di su’ mente,

e pianger tanta gente.

 

Primo atto infamante

del Tribunal speciale

di cinque puri patrioti

vile esecuzione  capitale.

I giovan all’armi chiamati

anelanti schiavitù disfare,

col nemic non volean andare.

Il viscido Gobbi Colonnello

del Distretto Comandante,

di carne commerciante

da consegnar al nemic fello

ordini dragoniani dava

d’ogni tortur minacciava

il sangue gentil più bello

che ricusava l’appello.

L’ira per avuti smacchi,

da’ più vil fratel incitano

i disertor avrebbe torturato.

Gli Italiani non erano fiacchi !

In putridi car’ da bestiame

per servir armata infame

i figli nostri ebbe sigillati,

superbo veniva avanti.

Le lacrime delle madri e de’ parenti

i  G. A. P. avean raccolte

tutte le scorte sfidaron,

e ver giustizia fecer’ repenti.

Il sangue del Vil traditore

immenente voller vendicare

 il Triste Tribun speciale.

Dalle Murate fe’ prelevare,

cinque innocenti ostaggi

e alle Cascine lì fe’ trascinare

per vilmente fucilare.

Dalle sedie di sangue intrise

de’ corpi da’ mitra crivelleti

s’alzaron voci calme e triste,

“ Italian sarem’ da’ voi vendicati ! “

Pugi, Storai, Gualtieri,

con Ristori e Manetti siate fieri,

che il vostro gentil sangue versato

da Partigian sarà vendicato !

Non vendetta, giustizia fu fatta.

L’eroiche G. A. P. e S. A. P.

i traditor bucavan com’ape

i tristi non poter fuggì all’Alpe.

Quindici April mese del fiore

de giustizia scatenò furore.

Un dotto nom, il Gentile,

di mondial cultura insigne,

dell’elastica filosofia fine

com’altri di boccon amaro

applicò a triste stirpe.

Filosofia materia astratta

quanta pur’ gente ingannata !

Ogni cultur, ragion vuole,

verità digiunar non puole.

Applica tal cultura folle

strisciante elastica come gomme

per imbastardir studiose folle.

I cultur di materia tale

mai han ragione che vale.

Come Gentil, filosofi insigni

filosofia fascista volean inventare,

per giustificar sangue da versare.

Gentil più di tutti trivale

assertor di condanna capitale,

l’elastico suo genio mondiale,

al Salviatino trovò il fatale.

Altre tre innocenti vittime

che Tedeschi non voler servire

Perruca, Ferro e Ballerini

il 28 April furon finiti.

I patrioti vendetta fanno

con audace colpo di mano

ti freddano il Cosole Ingaramo.

L’azion temeraria fatta

il fascista male incassa

più di paura ancor è preso

per potenza diminuir di peso.

S’aggira folle e timoroso

per il popol non più pauroso.

Sol co’ Tedeschi è baldanzoso

per le campagne gira losco.

A Bergeto in quel di Pomino,

in capanna campestre

cinque sbandati son presi

repentinamente due lesi.

Sull’aia ospital de’ Villici

Iole e Anna bocciol di rose

Bruna e Lina di gioventù fuse

Giulia e Iolanda madri amorose

Faliero e Sandro con gran rughe

Isola accorsa ad acute grida

con gli altri da bestial ira

furon vilmente trucidati

e lor casolar incendiati

da barbara gente ria.

Non sol di ciò contenti

i Villici che ospitar gl’innocenti

con innaudita solita barbaria

dopo aver posto, l’or, nelle Casse,

per le armi furono passati

pur questi nove saran vendicati.

Non sazi di tanto sangue

di foco appiccar le case.

 

Nè di du’ piccoli i pietosi lai

mentre eran ne’ materni grembi,

né de’ vegliardi i canuti peli

né di giovani i vedusti seni.

I giovan che libertà anelavano

baldi co’ Partigiani andavano,

le file degli Eroi aumentavano.

Di gioventù bisogno aveva

la bella Patria martorizzata,

spontanei venia d’ogni leva

per mozzar dell’Idra testa alzata.

Ne’ mesi fecondi d’Aprile e Maggio

il più puro sangue fu versato.

Quindi April a Secchieta,

i Partigiani facean sosta.

Esausti per fame e sete

a’ Villici chiedean nuove cene

per giunger a sicura posta.

Un bersaglier a sentinel posto

con du’ spari la Brigata arresta,

e con lancio corre sul posto,

ma il sangue del Cappel piumato

per primo ha bagnato Protomagno.

Contro il nemic Vigliacco e armato

i nostri tutto hanno usato

co’ su’ morti van lontano.

Quattro, ancor, con mitra, in mano,

al nemico vo’ non dare fiato,

munizion non ve’ in ogni lato

per fuggir tentan l’inganno.

A bandier bianca esposta

per du’ volte mitra da risposta.

Du’ colpiti corpi caden in fossa

gli altri fuggon alla morsa.

Nemico vittor di Pirro può chiamare,

sette Partigian son nelle bare,

di lor, trenta, adunata non può fare.

A Incisa gloriosa Brigata Sinigaglia

su nuovo piè è riformata,

e futur vittoria non sbaglia,

contro gente malfamata.

Al glorioso nome della Brigata

che vita all’ideal consacrata,

in Russia e su campi di Spagna,

organizzatore clandestino

de’ Partigian d’Italia,

l’eroica vita fu troncata

dalla muta di Muti infamata.

Una leggendaria gesta di Gracco

con Vipera, Breda, Baffo Rado,

Leonardo, Parabellum e Giaguaro

a Firenze al nemic’ già fiacco

diede ancor sonoro schiaffo

e Cittade ansante riprese fiato.

A San Polo un ponte dovea saltare

per rifornimenti non far portare.

In ceduo boschetto alla Capannuccia

Gracco e compagni si fermarono

per stabil a’ Tedeschi far la buccia.

Lor armi e mine armarono

nell’attender momento agognato.

Vial di cipressi a fattoria portava

sull’aia nemic Tedesco cantava.

Avea fuoco acceso e buon arrosto

Vin del Chianti facea buon gioco.

Il Partigian saluto partì tosto.

Un boato terribil assordante

l’incomodo ponte fè saltare,

e l’armi fuoco vomitare.

Urli del nemico ubriaco preso

per piombo e spavento leso,

presto lor armi ripreser peso,

ma il bel gruppo rimase illeso.

Della Sinigaglia gli eroi

da lor colpi eran già fuori

tagliare fil telegrafici e sonori,

per vittoria esultavan i cuori.

La fresca brezza di doman mattina

porterà gioia a Firenze vicina.

I Partigian veglian cara piccina.

 massimiliano@archiviomascherini.org