Archivio Vittorio Mascherini
una vita attraverso due guerre mondiali e la resistenza
VILLA VICENTINA
Ottobre 1916
Giunti con le nostre Compagnie in questo paesino, dopo aver accantonato i soldati, ci ponemmo a ricercare l’alloggio per gli Ufficiali, per quanto il Reggimento sarebbe giunto a riposo.
Il Comandante del Reggimento e il nostro Comandante di Battaglione furono alloggiati presso una villa le cui proprietarie erano due, mature, ma belle signore.
Quello che desideravano i miei Superiori era proprio di trovare ospitalità presso discrete signore. Gli avevo accontentati. Gli altri due Comandanti di Battaglione, col Cappellano Militare, furono alloggiati presso un’altra famiglia e sistemati alla meglio, sistemati i Comandati delle Compagnie, i subalterni dovevano dormire nell’accampamento.
Per me e Valdata, fruga, fruga, ci sistemammo presso una famiglia di agricoltori benestanti ove di belle figliole non mancavano. Il nostro scopo era raggiunto.
Il Comando di Reggimento e i Comandi dei Battaglioni e la Mensa furono sistemati nella scuola.
Villa Vicentina era un paese nelle immediate retrovie delle prime linee e gli abitanti, la maggior parte vecchi o inabili al servizio militare e donne, donne, con grandi stuoli di ragazzi. Le persone molto gentili e ospitali, le giovani, attraenti e passionali. Questi paesini, se pure ricavavano molti utili per il continuo afflusso e reflusso di militari, ma in ogni casolare, o si piangeva già per un morto per la Patria, o vi era un mutilato, o vi erano coloro che si trovavano a combattere; perciò in ogni militare rivedevano una persona cara assente e si sentivano spinti ad essere gentili e ospitali.
Trascorremmo quindici giorni di completa pace e di belle avventure, in modo, che quando giunse il Reggimento a riposo, sia Ufficiali, che soldati eravamo divenuti i beniamini dei paesani.
Il Colonnello Guerra e il Ten. Colonnello Ferrari rimasero soddisfatti dell’alloggio e, per la durata del riposo, mancarono varie volte alla mensa, perché ospiti, delle due affabili signore. Essi mi elessero Ufficiale d’alloggio personale, per ogni occasione che fosse capitata, di recarci altre volte a riposo tutti uniti. Tale benevolenza mi servì per varie occasioni.
La promessa fattami di inviare in licenza i soldati che maggiormente si erano distinti nei combattimenti fu da loro mantenuta. Ma quali altri incarichi difficili si riservavano alla mia Compagnia per tale accondiscendenza ? Il seguito lo dimostrerà !
Sarebbe troppo lungo il narrare dettagliatamente la vita allegra che trascorremmo in tale località, ma in succinto la narrerò nel presentare le fotografie qui allegate.
L’unica tristezza che colpì la Compagnia fu il suicidio di un soldato, buon combattente, mai aveva dimostrato irrequietezza, nervosismo, o scontentezza. Un giorno si sparò un colpo di fucile in bocca sotto la tenda. Da una inchiesta eseguita e mediante lettera rinvenuta, fu accertato che egli giunse a tale atto per motivi famigliari, alla cui base erano forti interessi finanziari.
Un infezione colerica colpi’ il Reggimento. L’infezione fu assai passeggera e il Reggimento non risentì alcun danno, anzi fu benefica poiché fummo tenuti in quarantena.
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